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Il miracolo economico italiano degli anni ’60 è un ricordo lontanissimo, a cui seguirono le serie di crisi che molti hanno dimenticato o addirittura mai vissuto. Nel 1973 la carenza di petrolio e il conseguente aumento a livelli stellari dei prezzi dell’energia portarono la crisi energetica. E il terrorismo, da cui si uscì solo nel nuovo decennio. Iniziò allora l’aumento smisurato del nostro debito pubblico di un’Italia che negli anni ’80 vive al di sopra delle proprie possibilità. Così, arriva la crisi del 1992, con la tempesta valutaria contro la nostra Lira e la Sterlina inglese. I tassi sul mercato monetario arrivarono a sfiorare il 40%. Poi, l’onda di «mani pulite» che segnerà il passaggio definitivo alla seconda repubblica. Ai primi del 2000 il collasso della bolla “dot-com” associata all’attentato alle Torri Gemelle del 2001. Pochi anni ed ecco nel 2007 la crisi dei mutui subprime, una crisi finanziaria che dagli Stati Uniti si è propagata in tutto il mondo occidentale, innescando la peggior crisi economica dai tempi della grande depressione. Nel 2010 un’altra crisi, legata al debito degli Stati europei, che videro Grecia, Irlanda, Italia, Spagna e Portogallo sull’orlo del default. Nulla, se confrontate con la crisi del Coronavirus Covid-19 del 2020, la più grave situazione socio-economica da cent’anni a questa parte.
Oggi stiamo vivendo in un nuovo mondo, dove i comportamenti sociali, i consumi e la finanza a livello globale hanno cambiato i nostri atteggiamenti quotidiani e le priorità individuali. Le imprese nell’era post Covid-19 che riusciranno a ripartire hanno bisogno di efficienza e rapidità d’azione. Ma soprattutto hanno capito che gli ipertesti, la multimedialità, l’interattività, il Web, il touch e le interfacce voice, il video on demand, il telelavoro, le videoconferenze, l’always connected, le community, i social media, l’e-commerce, l’Internet of Things, la realtà virtuale e aumentata, l’intelligenza artificiale sono argomenti da saper maneggiare. Ho vissuto il passaggio dall’analogico al digitale, ho avuto l’onore di conoscere alcuni dei suoi protagonisti, sono stato un pioniere dei contenuti per il Web, ho messo in pratica teorie della comunicazione interattiva che oggi sono pratiche quotidiane, ho contribuito a costruire il provider Internet numero uno in Europa, ho brevettato idee e marchi. Instancabile e sempre entusiasta, credo che nell’era del dopo Covid-19 (da me ribattezzata “2020 dC”) l’ambiente, la gestione delle informazioni, l’organizzazione e la tecnologia siano un crocevia che impone una strategia del cambiamento, dove la tecnologia è al centro. Si impara online, ci si vede online, si lavora online, si fa la spesa online, ci si informa online. È giunto il momento per le PMI italiane di presentarsi al mondo ognuna con una presenza seria, professionale, efficace ed efficiente. Attirare clienti e vendere prodotti via Internet è facile se si è affiancati da esperti veri. Pronti a #ripartire col piede giusto?

Fabio Fabbi

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